SAN LUPO, IL PAESE DELLE JANARE
"Il leone o la tigre potranno anche essere più forti,
ma il lupo non lo vedi in un circo" (Proverbio popolare)
Il Sannio è terra di antiche leggende. Coperto di rigogliosi boschi, attraversato da torrenti impetuosi che hanno scavato profonde valli spazzate dal vento, questo aspro territorio ha fascino come pochi. Proprio qui, nella zona denominata le Forche Caudine, l’esercito di Roma, considerato una macchina da guerra perfetta, ebbe la più cocente ed umiliante sconfitta ad opera dei Sanniti. Una terra profondamente attaccata alle tradizioni e al magico. Se c’è qualcosa che incarna perfettamente lo spirito di questa terra è la leggenda delle streghe, che qui sono chiamate janare.
Il termine janara potrebbe derivare da “janua”, in latino porta, per la capacità che aveva di passare attraverso le fessure delle porte e delle finestre. Ma più verosimilmente deriva da "dianara" cioè sacerdotessa di Diana. Teorie accreditate e ben documentate rivelano come il mito della janara discenda proprio dalla mitologia legata alla dea Diana, avendo con essa molti tratti in comune. Sul perché Benevento, ed in genere tutto il Sannio, sia così strettamente legato al mito delle streghe vi rimandiamo ad un altro scritto dedicato (La leggenda delle streghe di Benevento) accessibile dal link in basso.
Qui, invece, vogliamo parlarvi di un paese in particolare, intimamente connesso col mito delle janare: San Lupo.
San Lupo è un meraviglioso borgo medioevale che da una cresta del versante sud-orientale del massiccio del Matese si affaccia sulla valle del Calore. Il nome deriva dal vescovo Lupo di Troyes, fondatore del monastero benedettino poi denominato dei SS. Lupo e Zosimo di Benevento. Ed è proprio attorno al monastero che si sviluppò attorno al X secolo d.c. il primo nucleo abitato, nella zona oggi chiamata contrada orto al pozzo. Oggi il monastero non c’è più e nemmeno l’originario borgo devastato da alcuni terremoti, come quello del 1456 o quello del 1688 che lo distrusse completamente. A ricordarci il passato è rimasta la meravigliosa fontana di Sant’Angelo. La fontana presenta tre bassorilievi raffiguranti due mascheroni ed una figura femminile, con altrettanti getti d’acqua. Nel frontone sono presenti scritte in latino che ricordano Mario Colella, colui che volle la fontana ed invitano i pellegrini a dissetarsi.
FONTANA SANTANGELO, CONTRADA ORTO AL POZZO
San Lupo è stato feudo di importanti famiglie aristocratiche come i Fontanarosa, i Caracciolo e i Carafa.
Nel 1877 San Lupo fu origine dell’insurrezione anarchica contro lo Stato italiano, miseramente naufragata nel sangue. Come tutti i piccoli borghi del meridione, anche San Lupo ha conosciuto, a partire dalla grande depressione economica di inizio novecento fino al secondo dopoguerra, l’emigrazione di massa verso l’America, ma soprattutto verso l’Australia dove ancora oggi vi è una cospicua comunità di Sanlupesi.
Oggi il paese conta solo qualche centinaio di anime (720 per la precisione) ed ha mantenuto la struttura medioevale. Arroccato su una altura, è un saliscendi di strade lunghe e strette lastricate di pietra, intersecate da ancor più stretti vicoli, a volte larghi a malapena per il passaggio di una persona. Da queste strade talvolta si intravedono panorami mozzafiato sulla vallata sottostante: uliveti, vigneti e, lontane, irte montagne coperte di fitti boschi. Abitazioni signorili dai preziosi portoni in pietra locale, chiamata “perlato di San Lupo”, scolpiti con maestria dagli scalpellini locali, si alternano ad abitazioni rurali e più umili. Cataste di legna da ardere nei camini ci ricordano che qui l’inverno è molto rigido. La vallata è costantemente spazzata dal vento forte e gelido.
I camini che fumano, la luce tenue, odori antichi della terra rendono dolcissimo perdersi tra le vie di questo paese. La gente, poca, che si incontra è molto gentile e premurosa con i viaggiatori e se chiedi di un posto da visitare il più delle volte ti ci accompagneranno personalmente. A San Lupo ci sono da vedere: il settecentesco Palazzo Iacobelli; la chiesa di San Giovanni battista al cui interno è conservata la statua di San Lupo, realizzata dallo scultore Giacomo Colombo nel 1708. Il campanile è sormontato da un cupolino con embrici maiolicati gialli e verdi; due belle fontane antiche (Sant’Angelo e Capodacqua). Infine, c’è un interessante pannello maiolicato di cui parleremo più dettagliatamente di qui a poco. San Lupo è famoso anche per le prelibatezze gastronomiche del luogo; in particolare, un olio extravergine prodotto nelle terre circostanti particolarmente gustoso ed una varietà pregiata di fagioli chiamati della “Regina”.
Tuttavia, San Lupo ha due volti, di cui uno decisamente oscuro. Se durante il giorno il paese regala sensazioni di pace e benessere, al calare del sole si addensano sul borgo ombre nere che prendono le sembianze di una vecchia strega. La presenza di pochissime persone, il senso di isolamento, il silenzio, i sinistri sibili del vento della valle che si incunea nel labirinto di case, le ombre che riempiono d’improvviso gli anfratti e le strade poco illuminate danno una certa inquietudine e non fanno che alimentare le leggende che aleggiano sul luogo, di cui sono riscontrabili anche tracce reali.
E veniamo adesso al pannello di maiolica di cui abbiamo accennato. Nella parte bassa del paese, lungo la via romana, incastonato sul muro di un terrapieno, c’è un pannello di ceramica di generose dimensioni ma di oscuro significato, se non si conosce la leggenda che è lì fedelmente rappresentata.
E’ una scena in verticale di circa 2 metri e mezzo per un metro e mezzo.
Nella parte alta ci sono rappresentati a sinistra il ponte delle janare e sul colle a destra il villaggio di San Lupo, riconoscibile anche per il campanile di San Giovanni.
In basso a tutto, alcuni lupi con un vecchio che potrebbe essere San Lupo.
Poco più sopra un demone che emerge dal torrente ed una ragazza nuda sulla riva che si scalda alla fiamma di un falò. In lontananza a margine destra nascosto dietro un albero un giovane che la osserva. Diverse figure femminili nude che volano sulla vallata alludono al volo delle janare dirette al raduno cerimoniale (Sabba).
La leggenda medioevale rappresentata su quel muro a San Lupo racconta che una mattina, lungo le rive del torrente dove le streghe consumavano il sabba, fu trovata una bambina frutto dell’unione fra una janara ed un demone. Questa bambina fu amorevolmente cresciuta da una coppia che non aveva figli e divenne una ragazza di rara bellezza. Ella portava ad abbeverare le pecore di famiglia e, di tanto in tanto, usava fare il bagno nelle limpide acque del torrente. Un giorno fu notata da un giovane che se ne invaghì e fece di tutto per conquistarla senza però riuscirci. Allora il giovane preso dall’ira sparse la voce di avere visto la ragazza fare strani riti con un demonio ed accoppiarsi con lui. Il popolo di San Lupo allora prese la decisione di uccidere la giovane ritenuta una strega e quindi un pericolo per il villaggio, precipitandola giù dal ponte di pietra nel torrente. La ragazza non fu mai più ritrovata ma molti giurarono di averla vista nelle notti di luna piena danzare nuda col diavolo tra le rocce del torrente, sparendo alla vista di chiunque provasse ad avvicinarla.
Un'altra storia legata a San Lupo racconta di una guaritrice che viveva in casa nel bosco. Un giorno comparve in paese in stato di gravidanza. Disse di essere incinta del figlio del diavolo e chiese una somma enorme di denaro per lasciare San Lupo. La gente del villaggio la arse sul rogo come strega ed ella, prima di morire, maledisse tutti i bambini del borgo.
Il mito della janara è profondamente radicato in queste terre. Nella tradizione popolare ci sono anche altre figure, anche se più legate ad alcuni luoghi specifici come: la zoccolara, la manolonga, la maciara. Tuttavia, la più conosciuta e temuta è senz'altro la janara C’è una corposa letteratura sulla figura della janara, sui suoi poteri e sui metodi per difendersi e sconfiggerla. Si crede che agisca di notte e che le vittime preferite siano i bambini. E questo è logico, in società rurali poco avanzate, dove la mortalità infantile era molto alta e dove ogni disgrazia veniva spesso imputata a forze soprannaturali e maligne. C’è una consuetudine a San Lupo che ancora resiste: la creazione di un amuleto per proteggere i bambini costituito da un santino, erbe magiche ed oggetti di ferro e acciaio. “Fierr’ e acciaje” era infatti la proprietà alchemica dell’arma che potesse ferire o uccidere la janara. Un'altra usanza è quella di porre davanti alle finestre e fuori dalle porte ciotole con del sale o scope di saggine contro le incursioni notturne. Così la janara è costretta a contare i grani di sale o i fili della scopa, perdendo tempo e permettendo al sole di sorgere. Se invece si incontra una janara in chiesa, tenendo dei chicchi di grano nel pugno e immergendo la mano nell’acquasantiera la si paralizza, rendendola incapace di abbandonare quel luogo. Spargere del sale mentre le streghe effettuano il Sabba, obbliga le stesse a sparire. Il punto debole della janara è nei capelli; ma, una volta afferrati, se la janara domanda “cosa hai nella mano” per nessuna ragione bisogna rispondere “i capelli” bensì "fierr e acciaje". Un'altra credenza è che la janara assiste sempre alla messa di mezzanotte di Natale e per sapere chi è basta aspettare: è sempre l’ultima ad uscire dalla chiesa.
Dunque, nella tradizione San Lupo è luogo di frequentazione per eccellenza delle janare. Proprio qui si trova il torrente delle janare, attraversato da un ponte di pietra sulla statale chiamato anch'esso ponte delle janare o delle streghe. Dietro il ponte c’è il rudere di quella che viene ritenuta la casa di una janara; in realtà si tratta di un antico mulino, ma confessiamo che, a guardarlo, si è portati subito nella direzione della credenza popolare.
IL PONTE DELLE JANARE. IN BASSO SCORRE IL TORRENTE
LA CASA DELLA JANARA
Che si creda o no a queste storie, San Lupo è un borgo dal fascino indiscusso e vi invitiamo a visitarlo. Comunque vada, ne rimarrete stregati!
Invitiamo a vedere il Film JANARA, 2015 Regia Roberto Bontà Polito, VARGO FILM girato a San Lupo e dintorni.
LE MISTERIOSE SPARIZIONI DI BAMBINI A SAN LUPO HANNO GETTATO LA POPOLAZIONE NEL CAOS E NEL TERRORE. ALCUNI SOSPETTANO SIA OPERA DI UN PEDOFILO, MA TRA I PIU' SI FA STRADA LA CONVINZIONE CHE SIA OPERA DI UNA STREGA LEGGENDARIA