LA CASINA SUL FUSARO

 

Poco a Nord di Napoli, nel comune di Bacoli e precisamente nella zona del Fusaro, c’è uno dei luoghi più straordinari ed onirici del mondo: la Casina Vanvitelliana. Appare come un sogno, talmente irreale da essere sempre stata confusa con la casa sul lago della Fata di Pinocchio (quella della celebre versione cinematografica di Comencini). In realtà, l’area del Fusaro era uno dei luoghi di caccia (e pesca) preferiti dai Borbone e la casa era un “casino di caccia“. Voluto dal Re Carlo III di Borbone, fu - poi -  terminato trenta anni dopo nel 1782 dal figlio, Ferdinando IV. I lavori furono iniziati da Luigi Vanvitelli, il celeberrimo architetto autore tra l’altro della Reggia di Caserta, ma furono portati a termine dal figlio Carlo. Realizzata su un isolotto del lago del Fusaro, è oggi collegata alla terraferma con un pontile di legno.

 

 

La casa sul lago della fata Turchina a Saline di Tarquinia  (dal Pinocchio di Comencini) 

 

Nel lago si coltivava una specie particolare di ostrica sembra molto pregiata di cui oggi non vi è più traccia, se non in alcuni bassorilievi della casina che vi alludono. Con una base composta da tre ottagoni intersecati, è un autentico gioiello dell’architettura settecentesca. Si sviluppa su due livelli, il cui pavimento dell’uno e la cui volta dell’altro creano dei giochi speculari unici. Impreziosito dalle celebri sete delle seterie reali di San Leucio e dai quadri di Philipp Hackert, il vedutista fiammingo di corte, conserva oggi ben poco dello sfarzo di un tempo. Saccheggiata più volte in passato e lasciata nell’incuria per molti anni, sta negli ultimi anni lentamente e faticosamente riprendendo parte della dignità perduta, grazie ad alcune associazioni molto attive sul territorio. Nel corso dei vari restauri sono state rimesse il più fedelmente simili all’originale le tappezzerie di seta di San Leucio e i quadri di Hackert. 

La “Casina Vanvitelliana” non ha comunque mai perso il suo fascino e vederla “incendiarsi” al tramonto, con il sole basso sul lago che appare e scompare nelle vetrate disposte su tutti i lati, cullata dal fruscio del vento e dallo stridio delle folaghe e altri uccelli che vivono sul lago, è un emozione che ha pochi eguali. E si può quasi immaginare la figura indistinta di Ferdinando, mentre nel silenzio del crepuscolo si allontana in barca, in compagnia di qualche bella dama verso la casina sul lago. 

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