INDIA

La magia del Rajasthan


L’India è uno Stato Federale con capitale New Delhi. È la settima nazione per estensione geografica al mondo e la seconda più popolata, con quasi un miliardo e mezzo di abitanti. Quello che si percepisce subito, specie nei centri più grandi, è infatti la densità abitativa. Il nome India deriva dalla parola persiana Indù, in sanscrito Sindhu, l’antica denominazione del fiume Indo, che oggi scorre in territorio pakistano. Grazie anche alla sua estensione, l’India ha un territorio molto diversificato che va dalla zona montagnosa e desertica sub himalayana nel nord ad aree coperte di lussureggianti foreste tropicali nel centro e nel sud del paese. Anche i climi sono quasi tutti presenti: da quello alpino, a quello arido e semi arido delle zone desertiche, a quello tropicale secco ed umido. 

Gli stati federati sono ventinove: Andhra Pradesh, Arunachal Pradesh, Assam, Bihar, Bengala Occidentale, Chhattisgarh, Goa, Gujarat, Haryana, Himachal Pradesh, Jammu e Kashmir, Jharkhand, Karnataka, Kerala, Madhya Pradesh, Maharashtra, Manipur, Meghalaya, Mizoram, Nagaland, Orissa, Punjab, Rajasthan, Sikkim, Tamil Nadu, Telangana, Tripura, Uttar Pradesh, Uttaranchal. 

Il Rajasthan è lo Stato più grande dell'India, ma non il più popolato (ottavo Stato più popolato dell'India, circa settanta milioni di persone). Le lingue ufficiali sono l'Hindi ed il Rajasthani. È situato nella parte nordovest del Paese e ingloba gran parte del grande quanto inospitale deserto del Thar. Confina a ovest con il Pakistan, lambito dalla valle del fiume Indo. Per il resto confina con altri stati indiani: il Gujrat a sudovest, Madhya Pradesh a sudest, Uttar Pradesh e Haryana a nordest e Punjab a nord. Nato il 30 marzo 1949 allorché la regione del Rajputana - così chiamata a causa dello storico dominio della dinastia Rajput e quasi interamente coincidente con il moderno Rajasthan - venne fatta confluire nella confederazione.

Rajasthan vuol dire letteralmente “terra dei Raja”, un tempo divisa tra i vari principati dei Raja spesso in guerra fra loro. E’ una terra aspra, fatta di forti contrasti. I più la ritengono la vera India, la regione più conservatrice, il baluardo della tradizione. 

La capitale è Jaipur. Le città più importanti, oltre Jaipur, sono Udaipur, Jodhpur e Jaisalmer. Altre località che meritano di essere viste sono la città sacra Pushkar, Bikaner e Mandawa. Il Rajasthan è comunque ricco di sorprese ed è praticamente sconfinato il numero di centri minori o villaggi degni di interesse come ad esempio Deshnok con il suo Tempio dei Topi.

Quando andare: il Rajasthan ha un clima desertico con forti escursioni termiche tra la notte ed il giorno. E’ per questo motivo che i mesi migliori per andare sono quelli lontani dai picchi del caldo e del freddo, quindi: ottobre, febbraio e marzo. Nei mesi di dicembre e gennaio le temperature in alcune località possono essere molto basse, specie di notte. Viceversa, a partire da aprile fino a settembre le temperature e il tasso di umidità salgono ad un livello insopportabile per noi occidentali. Noi consigliamo il mese di marzo che ha temperature accettabili, piogge quasi assenti e le ore di luce che aumentano. Inoltre a marzo, potrete assistere al coloratissimo Holi fest. 

Con chi andare: l'India è un paese enorme e caotico. Come abbiamo più volte ricordato, guidare in India è disagevole e pericoloso se non siete abituati. Inoltre, la nostra filosofia di viaggio ci spinge sempre a cercare contatti locali affidabili. Niente di meglio che la gente del posto che sa come funzionano le cose e come soddisfare al meglio ogni esigenza.  

Per conoscenza ed esperienza diretta, possiamo consigliare di rivolgervi al nostro amico Karni Singh che ha la base a Jaipur. Karni potrà procurarvi ogni genere di servizio: guide, macchine, macchine con conducente, alberghi etc. Volendo potrete affidarvi completamente a lui e farvi organizzare un tour su misura, facendo presente tutte le vostre esigenze. Tra l'altro, Karni parla italiano ed è stato molte volte nel nostro paese. Scrivetegli a indiakarni@hotmail.com o potete rivolgervi al suo contatto italiano Luca Abba 3487257474. 

Cibo: la cucina indiana è a base di pane, riso, lenticchie, formaggi freschi, verdure, frutta e dolci squisiti a base di latte, zucchero e grano. Si fa ampio ricorso alle spezie, alcune davvero troppo piccanti. I piatti a base di carne sono pochi, per lo più pesce o pollo, talvolta pecora. In alcune località come ad esempio Puskar, troverete solo piatti vegetariani. Personalmente, non incontra molto i nostri gusti e non è proprio il motivo che ci ha fatto amare tanto l’India.

Documenti: passaporto con almeno 6 mesi di corso di validità e visto. Il visto costa 52 dollari americani, dura 60 gg. dal vostro ingresso e può esser chiesto qui:

Vaccinazioni e precauzioni: in Rajasthan non sono previste vaccinazioni obbligatorie. Non è zona umida e quindi non c’è rischio malaria. E’ buona norma portare, comunque, dei repellenti per gli insetti e del disinfettante per le mani, poiché spesso non c’è dove lavarsele. Usatelo spesso, specie dopo aver visitato un tempio o un mercato. Non bevete bevande o acqua non confezionata. Quindi no a bibite sfuse o ghiaccio, verdure o cibi crudi serviti per strada. Portare con voi antibiotici e disinfettanti intestinali per sicurezza.

Moneta: la moneta è la rupia che al cambio attuale (2019) vale 0,013 (circa 76 rupie per un euro). Cercate di procurarvi tante banconote di piccoli tagli poiché è tanta la gente che vi chiederà soldi, soprattutto vecchi (non esiste sistema previdenziale) ma anche bambini che vivono in strada, e non bisogna rifiutare un aiuto. Le carte di credito sono generalmente accettate tranne che nei posti più rurali.

Trasporti: Il Rajasthan non ha aeroporti internazionali. Quindi tappa obbligata, ma piacevole, è New Delhi e di lì proseguirete verso ovest. Il modo migliore per visitare il Rajasthan è in auto, possibilmente con un autista locale poiché le strade sono in pessime condizioni; inoltre, la guida a destra e l’assenza totale di regole di circolazione rende molto pericoloso guidare senza essere pratici del luogo. Avere un auto permette di godersi il territorio e di visitare i tanti villaggi che si attraversano ed avere un contatto più vero con il Rajasthan. Sconsigliamo l’uso dei treni, tremendamente affollati, sporchi e poco efficienti (la linea ferroviaria è vecchia e i tempi di percorrenza sono eterni).

 

Comunicazioni: per il telefono conviene l’acquisto di una scheda locale facilmente reperibile. Noi la riteniamo superflua per il fatto che è molto diffuso il Wi-Fi per lo più gratuito con la possibilità di comunicare, anche per telefono, via internet. 

Corrente elettrica: anche se si riescono ad usare lo stesso le prese con il nostro tipo di spine, consigliamo l’uso di un adattatore tipo D a tre pin. Il voltaggio è come da noi a 220.

Alberghi: visto il cambio favorevole in India potrete permettervi qualcosa di più. Di solito diamo poca importanza agli hotel, dove normalmente andiamo solo a dormire, ma per l’India abbiamo fatto una eccezione perché c’è un circuito di alberghi storici che sono un viaggio nel viaggio, dimore storiche di re e Marahja che vanno vissute. Inoltre, Karni, l’amico di Jaipur che ci ha organizzato l’itinerario, ha selezionato i più belli ottenendoli ad un prezzo da B&B europeo. Sono di una bellezza e di un fascino scintillanti e fanno dimenticare talvolta qualche piccola pecca tecnologica (un lume che non si accende o una presa elettrica che non funziona).

HOTEL THECASTLE Mandawa

HOTEL RANBANKA Jodhpur

 

Un viaggio in Rajasthan è qualcosa di indimenticabile che vi farà perdutamente innamorare dell’India. Ogni viaggiatore degno di questo nome deve andare lì e godere dei colori, dei profumi, del sorriso delle donne nei mercati e dei bambini che affollano numerosissimi tutti i villaggi. Il silenzio del deserto del Thar, la pace di alcuni templi fanno da contro altare al caos ed al rumore infernale nelle grandi città. Ma tutto questo è l’india e tutto va provato, visto. L’india è soprattutto colore ed è il palcoscenico su cui tutti i più grandi fotografi si sono cimentati. Che sia un tempio buddista, la fortezza di un maharaja, una tigre nella boscaglia, un colorato villaggio o una scuola non si può visitare l’India senza una buona attrezzatura fotografica: è un delitto imperdonabile!

Chi ama la fotografia alle persone apprezzerà molto il Rajasthan, abitato da gente accogliente e fiera. All’obbiettivo spesso reagiscono con un sorriso che vi farà capire che gradiscono la foto; raramente ho registrato fastidio verso il fotografo e quando è successo è stato un gesto gentile con la mano o il coprirsi con un velo il volto. La tradizione, come detto, qui trova molto credito e vedrete donne in splendidi coloratissimi Saree e uomini con elegantissimi turbanti. Qui molto più che altrove il turbante è sfoggiato con grande orgoglio e continua ad essere un segno di distinzione sociale. Più è grande e più la persona che lo indossa è importante e ricordiamo che può essere lungo fino a nove metri, con una complicata tecnica di confezionamento che può variare da zona a zona. Esistono, infatti, centinaia di modi diversi di indossarlo e questo ne fa un elemento distintivo molto forte all’interno delle comunità. Ne vedrete di tutti i tipi, colori e dimensioni. 

Altra cosa che noterete e non dimenticherete facilmente è il caos della circolazione, qualcosa che va visto e non può in alcun modo essere descritto a parole. Ha qualcosa di miracoloso come questo groviglio di veicoli più disparati si sfiorino in un turbinio caotico, reso ancora più pericoloso dalla presenza di tanti animali per le strade (mucche, pecore, talvolta cinghiali), senza collisioni. Le mucche e i tori in particolare sono ovunque: vagano nelle strade, in città e fuori città, talvolta nei templi più grandi. I camion sono caricati all’inverosimile con imbracature che sporgono in maniera inquietante dal rimorchio. Vi capiterà di vedere mucche o tori rosicchiare l’involucro per rubare il contenuto probabilmente di frumento.

Attenzione alle scimmie, per lo più del genere macaco, presenti anche nelle città, inclusa nuova Delhi dove si rifugiano nei parchi e nei templi. Sono aggressive e tendono a rubare il cibo se ne vedono nelle vostre mani, talvolta provano a portarvi via anche bottiglie d’acqua oppure oggetti come borse o macchine fotografiche. 

La terra dei Raja non poteva che essere famosa per le sue fortezze e palazzi maestosi. Da non perdere quelli di Jaipur (l’Amber Fort forse il più bello), Jodhpur, Jaisalmer, Bikaner e Udaipur. Anche le abitazioni storiche (Haveli) sono qualcosa di rara bellezza e se ne possono visitare molte nella zona di Mandawa e Fatehpur ed anche a Jaisalmer. 


                      JAIPUR Amber Fort                                                                                  BIKANER IL forte                                                                               FATEHPUR haveli                 

 

Il Rajasthan costituisce il punto di partenza obbligato per conoscere l’India, per essere introdotti alla sua anima più intima e mistica. Non è un caso che subito dopo il Rajasthan, o contemporaneamente, molti scelgano poi la via del nord est verso Varanasi. Un lento scivolare nella dea madre “Ganga” e nei misteri di questo grande paese. 

IL NOSTRO ITINERARIO

NEW DELHI

Nuova Delhi costituisce un vero e proprio shock per un occidentale, è il primo contatto con l’India ed a molti può risultare spiacevole. Si è subito catapultati nel ritmo caotico e snervante di una città enorme, ma che è anche grandiosa per chi sa guardare oltre. I grandi viali alberati, le monumentali strade contrastano con il disordine ed una certa sporcizia diffusa. Noi lo abbiamo battezzato subito “caos tropicale” per distinguerlo dal caos altrettanto stupefacente di altre grandi città che abbiamo visitato in Africa, Medioriente, Asia etc. Nuova Delhi è la versione urbana dell’india rurale in una dimensione molto più grande e tradotta in una sorta di acceleratore di particelle che fa sembrare tutto vorticoso, come si girasse in un enorme luna park.  Siamo arrivati a Delhi verso le due della notte e, dopo gli infiniti controlli dell’immigrazione, siamo andati al nostro Hotel, Jaypee Siddharth. 

Cosa vedere a New Delhi

Lal Quila o Forte Rosso è un maestoso complesso fortificato del 1630, costruito in architettura Moghul.

Jama Masjid costruita come il Forte rosso durante l'Impero Moghul nel XVII secolo, è la moschea più grande dell'India. 

Amar Jawan Jyoti o India gate un arco di 40 metri, monumento ai 70.000 soldati indiani caduti in battaglia per l'esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale.

Rashtrapati Bhavan è la sede del Presidente indiano ed è anche la residenza presidenziale più grande del mondo. Molto belli i giardini, residuo del regno Moghul. Ai lati del viale che conduce al Palazzo Presidenziale ci sono le sedi di due importanti ministeri: quello degli interni e quello della difesa. Sulle mura dei giardini potrete ammirare famiglie di scimmie intente a cercare di spillare cibo ai passanti o a badare ai piccoli.

Raj Ghat E’ il mausoleo del mahatma Gandhi, il leader del movimento Indipendentista dell'India, si trova dove il corpo di Gandhi fu cremato, il giorno dopo la sua morte, il 31 Gennaio del 1948. E’ all'interno di un tranquillo parco, vicino al fiume Yamuna; una fiamma sempre accesa brilla in memoria del mahatma. Nel marmo sono incise quelle che si pensa furono le ultime parole di Gandhi. Tutti i capi di governo stranieri in visita in India si recano al mausoleo in omaggio a Gandhi. Giovanni Paolo II volle piantare in suo onore un albero, che è ancora al suo posto. Fate attenzione però, abbiamo saputo che chiudono il mausoleo senza avvisare quando viene qualche personalità in visita, e questo capita spesso. E’ sempre chiuso durante le feste nazionali e il 30 gennaio, giorno della morte di Gandhi.

MANDAWA

 Questo piccolo villaggio lascia subito intravedere un luminoso, ma ormai lontano passato, quando questo era un crocevia importante della cd. “via della seta” e ricchi commercianti a partire dal XVIII secolo vi fecero edificare le Haveli, lussuose residenze, ormai abbandonate. Centro di tutto è il vecchio forte costruito da Nawal Singh Thakur, il sovrano di Nawalgarh e Mandawa, oggi lussuoso albergo in cui abbiamo avuto il piacere di soggiornare. Di qui potrete girare per la vecchia città e visitare alcune di queste magnifiche residenze; qualcuna è stata acquistata da odierni facoltosi, qualcuna è diventata un B&B, qualcuna bazar con camere in affitto, altre sono rimaste come erano: abbandonate ed in cerca di un nuovo proprietario. Bellezza e decadenza, questo è il mix affascinante di Mandawa. Il particolare essenziale di ogni Haveli è la sua unicità. Hanuman Prasad Haveli, Goenka Haveli, Murmuria Haveli, Jhunjhunwala Haveli per citarne qualcuna, ognuna di loro è profondamente diversa dalle altre e riflette il gusto del suo creatore e proprietario. 

Mandawa, in ogni caso, è tutt’altro che una città morta, ed è anzi un villaggio pieno di vita dove è possibile entrare in contatto con la provincia indiana. Affabili commercianti vi inviteranno nelle loro botteghe per mostrarvi pregiatissima prodotti del loro artigianato, gruppi di ragazzini festanti vi gireranno intorno incuriositi dal vostro abbigliamento o dalle macchine fotografiche, le immancabili mucche ed enormi tori vi guarderanno pigramente dagli angoli delle fangose strade, dalle scuole o dai templi vi arriverà il canto di qualche cerimonia, cui facilmente sarete invitati ad assistere. A mandava si può visitare un antico monumentale pozzo che veniva azionato da tori ormai non più in uso. 

A Mandawa abbiamo potuto prendere parte all’Holi Fest di cui abbiamo fatto un report a parte. Ecco il link.

FATEHPUR 

A Fatehpur è possibile visitare altre belle Haveli.

DESNOK

Una tappa quasi obbligata. Qui c’è Karni Mata, il famoso “Tempio dei Topi”, da non perdere… a patto di non avere paura dei ratti (ce ne sono circa 20.000 nei meandri di questo grande tempio). Prima di entrare dovrete, come in tutti i templi Indù, togliervi le scarpe. Per i più schizzinosi, di fronte al tempio c’è un tipo che per poche rupie vi custodisce le scarpe e vi fornisce dei copri calzini usa e getta, che vi impediranno di avere contatti con il pavimento (piuttosto sporco). Sempre davanti al tempio si vendono dei cartocci pieni di cibo: sono per i topi. Non fatevi ingannare: i topi non sono una amenità o una attrazione turistica, sono vere e proprie divinità, curati e nutriti come tali. Numerose sono le leggende su questo tempio.  Si racconta che Karni Mata fosse la figlia di un charan (bardo) vissuto nel XIV secolo e che fosse quasi una divinità. Un giorno cercò di inutilmente di resuscitare un bambino morto. Yama, dio della morte, le disse che il bambino si era già reincarnato. Allora Karni Mata decise che nessuno sarebbe mai caduto nelle mani di Yama. Gli uomini sarebbero stati temporaneamente topi prima di reincarnarsi. La maggioranza crede che non gli uomini, ma solo i bambini si reincarnerebbero temporaneamente sotto forma di topi. E questo spiegherebbe la tenerezza con cui i locali si prendono cura dei roditori. Un'altra legenda vuole che uno squadrone di soldati si ammutinassero e fossero stati per questo condannati a morte. Ottennero, poi il perdono da Karni Mata che li trasformò in topi rinchiudendoli nel tempio. Comunque vada i topi sono sacri. Ucciderne uno, oppure fargli del male calpestandolo anche solo per errore, costa la maledizione. Nella popolazione di topi neri ce ne sono alcuni albini ed il contatto o la semplice visione di un esemplare di topo albino, al contrario, è un segno di grande fortuna. Uomini e donne entrano nel tempio e si sdraiano a terra nella speranza che qualche grazioso topolino gli cammini sopra, perché anche questo porta fortuna. Ovunque, ciotole di latte e piatti pieni di cibo dolciastro. Nel sancta sanctorum del tempio c’è l’altare, posto in un cunicolo fetido e lercio dove i fedeli entrano strisciando e lasciano le loro offerte. Al di là di tutte le leggende, sembra che i topi siano tutti malati. La dieta di latte e cibo dolce renderebbe i topi affetti da una sorte di diabete ed è questo che regolerebbe la popolazione impendendo un incremento incontrollato. Il tempio del XV secolo è molto bello con il suo portale di argento massiccio. L’odore di latte rancido e cibo imputridito potrebbe darvi fastidio e portarvi nausea per qualche ora. Se siete deboli di stomaco, indossate una mascherina profumata.

BIKANER

 A Bikaner potrete fare una sosta prima di ripartire verso Jaisalmer. Le distanze pur non enormi diventano tali per lo stato delle strade e la pericolosità della guida in se che obbliga ad andature molto più prudenti che in Europa. Noi abbiamo soggiornato in una residenza storica e lussuosissima: il Gajner palace. Sulle rive dell’omonimo lago Gajner, questo palazzo regale fu costruito da Maharaja Ganga Singh come residenza di caccia per lui e la sua famiglia, ma fu convertito in un hotel nel 1976. Costruito come un tradizionale palazzo del Rajasthan, ha mantenuto integro tutto il suo fascino e la sua autenticità. Il Gran Deserto dell'India, noto anche come deserto del Thar, si estende attraverso Bikaner e da qui partono carovane e safari nel deserto. Potrete vivere l’emozione di una notte nel deserto o di una passeggiata con te tra le dune. Bikaner è una città molto antica ed ha il suo imponente forte. Il centro storico merita una visita con bellissime Haveli che testimoniano i fasti e l’importanza che deve avere avuto in passato questo luogo.

KHEECHAN

 A qualche ora da Bikaner si raggiunge Kheechan. Non si tratta di un tempio o di un palazzo, bensì di un’oasi nel deserto che attrae una grande quantità di grandi uccelli dal bel colore blu grigiastro del genere Gru demoiselle.  Se vi avvicinerete con molta calma, senza spaventarli, potrete fare delle foto di grande impatto dello stormo davanti al laghetto. 

RAMDEORA

 Proseguendo sempre sulla strada per Jaisalmer, si raggiunge Ramdeora, un villaggio dove si trova un importante tempio dedicato a Ramdevji. Ramdevji è una sorta di santo venerato da hindu e musulmani, che raggiunse il samadhi (l’illuminazione) a soli 33 anni. Molti devoti giungono in questo villaggio per rendere omaggio alla tomba del santo che si trova nel tempio. Il villaggio ha anche un animato bazar coperto accanto al tempio ed un mercato molto colorato. 

JAISALMER

 Detta anche la città d’oro, è l’ultimo avamposto proteso nel deserto del Thar prima del Pakisthan. Guardandola dall’alto effettivamente il colore dominante è il giallo, quello delle abitazioni che si stempera in quello della sabbia del deserto. Un tempo città di traffici fiorenti, oggi vive molto di turismo. A Jaisalmer fa molto caldo, portatevi sempre dell’acqua con voi nelle lunghe esplorazioni giornaliere.

La città è dominata da un imponente fortezza. In realtà non è solo una fortezza ma una vera e propria città fortificata al cui interno ci sono templi e mercati. Costruita nel XII secolo sulla collina di Trikuta da Rawal Jaisal è protetto da ben tre cinte murarie. 

Fuori del forte, la città ha molte altre attrattive. Prima tra queste sono delle splendide Haveli, le dimore storiche che testimoniano il ricco passato di Jaisalmer che oggi, grazie al turismo, si sta riscoprendo. 

 

Ci sono due luoghi vicino Jasilamer di grande interesse e vanno visitati: Bada Bagh e il lago Gadisar.

 

Bada Bagh è una sorta di cimitero. Decine di cenotaffi reali formano una sorta di tempio molto suggestivo.  E’ consigliabile andare al tramonto, per evitare il grande caldo delle ore centrali del giorno e per il fascino e la magia che questo luogo assume al crepuscolo.

Gadisar è un altro luogo di grande suggestione. Si tratta di una bacino idrico artificiale costruito nel 1400 d.c.  dal primo sovrano di Jaisalmer, il Raja Maharwal Gadsi e un tempo era l’unica fonte di acqua della città. Anche qui è consigliabile venire al tramonto e ammirare i templi jainisti riflettersi nell’acqua.

JODHPUR

E’ anche detta la città blu perché a Jodhpur domina il blu della città vecchia.

Anche Jodhpur, come quasi tutte le città del Rajasthan, è dominata dalla sua fortezza. Mehrangarh il suo nome è una massiccia costruzione di arenaria rossa che nella morbida luce dell’alba assume quasi contorni irreali. L’alba è anche il momento migliore per fotografarla. Il forte è grande è vi porterà via molte ore e tante energie. 

Jaswant ThadaAltro luogo degno di interesse, che dalla piana in basso guarda il forte, è Jaswant Thada. A prima vista può sembrare un tempio, ma in realtà è un mausoleo di marmo bianco adagiato sulle sponde di un laghetto, voluto da Sadar Singh in memoria del padre, il Maharana Jaswant Singh II. Potrete apprezzare molti pregiati elementi tipici dell’architettura Rajasthani come le raffinate decorazioni in marmo delle finestre (Jhalis) o i Jharokhas, i tipici balconi coperti a strapiombo. Una delle funzioni più importanti del Jharokhas era permettere alle donne di vedere fuori senza essere viste. In alternativa, queste finestre potevano essere utilizzate anche per posizionare arcieri e spie. 

La città vecchia si trova al di là della piazza del mercato Sardar, facilmente identificabile dalla torre dell’orologio in arenaria rossa. Prima di inoltrarvi nel dedalo delle strette stradine di case blu, fermatevi in Nai Sarak 112, la strada che porta alla piazza del mercato, da Suncity Spices uno dei più accorsati e famosi negozi si spezie di Jodhpur e di tutta l’India. Lasciatevi offrire un te aromatico dal simpaticissimo proprietario del negozio che vi illustrerà con grande competenza tutte le spezie che si usano in Rajasthan e come si usano. Potrete per cifre assai convenienti fare dei regali di gran qualità per i vostri amici. 

La città blu è una sorta di casbah dove perdersi per un’ora e più e trovare scorci davvero interessanti. Da qui è possibile fare le migliori foto al forte a patto di avere accesso ai piani superiori o meglio al tetto di qualche casa privata. Ma non è difficile, la gente qui è ospitale e gentile e se lo chiedete facilmente vi inviteranno ad entrare

Dicevamo che la gente qui è ospitale e gentile e se lo chiedete facilmente vi inviteranno ad entrare. A noi è capitato di scoprire un bel B&B; il simpatico proprietario che ci ha dato libero accesso alla casa ha realizzato all'ultimo piano due bellissime stanze con bagno privato e aria condizionata, con accesso ad una terrazza dal panorama mozzafiato, dove viene servita la prima colazione. La sua gentilezza e la bellezza della casa ci hanno motivato a dargli visibilità sulla nostra pagina, anche e soprattutto a beneficio delle persone che vorranno andarci. Il B&B si chiama DEV KOTHI. Se vorrete andarci ecco il contatto: Mr. Bha, vicino Shiv Mandir (sulla via a piedi al forte) – Jodhpur cell. 99299 14751 e-mail devkothi@gmail.com. Qui ci sono alcune immagini.

B&B DEV KOTHI 

 

 E per finire, qualche altra immagine di Jodhpur,  perla del Rajasthan e di tutta l'India

PUSHKAR

A metà strada tra Jodhpur e Jaipur c’è Pushkar, la città sacra a Brahma. Nel suo centro c’è un lago che si crede nato dalla caduta di un fiore di loto dalle mani del dio e reso sacro da una goccia di “amrit”, il nettare degli dei. Una città che andrebbe visitata nel periodo autunnale, nel cd. Kartika (periodo variabile che cade tra fine ottobre e novembre). In occasione del plenilunio del Kartika tutte le divinita Indù (330 milioni) sarebbero presenti a Pushkar per omaggiare Brahma, creatore della trimurti. Le celebrazioni iniziano alle prime luci dell'alba del giorno del plenilunio con il bagno rituale nel lago, per purificarsi prima di andare al tempio.

Nello stesso periodo ha luogo anche uno dei più antichi mercati di bestiame del mondo. Un’ atmosfera unica. A chi ha il privilegio di assistervi sembrerà di aver aperto una finestra sul passato: allevatori nomadi della zona del Thar si sfidano in corse sfrenate a cavallo e su dromedari. Un grande accampamento di tende è allestita all’aperto; si balla e si canta accanto al fuoco al ritmo di musiche tribali e, naturalmente, si contratta sul bestiame. L'enorme Luna Park che viene allestito per la ricorrenza toglie certamente fascino al mercato, ma è anche un’occasione per assistere ad altrettanti pittoreschi spettacoli folklorici di ogni genere con marionette, cantastorie, incantatori di serpenti.

Girando per le strade di Pushkar si nota subito qualcosa di strano e di stonato rispetto al luogo. A Pushkar il consumo di Hashish, alcolici e carne è proibito, ma una certa dose di cultura occidentale stile hippie è percepibile. Negozi e bancarelle che vendono borse di cuoio, tipo quelle da moto Harley, articoli per fumatori e vestiti dal sapore anni 70. Non è un caso. Ho scoperto che il “popolo degli Hippie” ha sempre considerato Pushkar una seconda casa ed ancora oggi si incontrano giovani, chiaramente occidentali, che si atteggiano a Sadhu vestiti di lunghe e logore vesti bianche. Ne abbiamo incontrati diversi nella zona del lago. Il lago, come dicevamo, è sacro e quindi le persone vanno lì a pregare e a purificarsi come nel Gange, immergendosi e compiendo una serie di gesti rituali, simili ad una sorta di battesimo. 

Una raccomandazione. Non toccate le offerte e i fiori lungo le rive del lago, non fotografate nessuno durante il bagno rituale se mostra fastidio. Noi abbiamo avuto una discussione animata con degli uomini e curiosamente siamo stati difesi dal gruppo di donne che, sia pure con discrezione, avevamo fotografato. E’ stata una anziana signora in particolare ad allontanare quegli individui dicendo che le foto andavano bene. Noi cerchiamo di fare sempre molta attenzione quando fotografiamo le persone specie durante una cerimonia e ci siamo trovati spiazzati dal fatto che fossero estranei a lamentarsi. 

JAIPUR

 Detta la "citta rosa" è la capitale del Rajsthan. Città davvero superba che ha nell’Amber Fort la sua perla. La città antica è tutta circondata da mura di colore rosa matto, all’interno delle quali mercati, templi e palazzi aspettano di essere scoperti. Girando nella città antica vi potrà capitare di vedere, come in tutto il Rajasthan del resto, mestieri altrove scomparsi come il cavadenti ambulante, lo scrivano che sotto i portici attende dietro una logora scrivania i clienti. Il tutto con l’immancabile quantità di cani randagi e mucche vaganti. 

Amber Fort La fortezza di Jaipur, l’Amber Fort, è tra le più belle in assoluto. C’è un servizio di Elefanti per salire al forte lungo la via di accesso storica; ed è così che arrivava il Marahja e la sua corte. Quindi sarà sempre dato per scontato che salirete così. In realtà, c’è anche un modo per salire a piedi. Noi ci siamo fatti convincere da un ragazzo molto insistente ed è stato un errore, perché il nostro elefante era visibilmente affaticato, saliva lentamente superato da tutti gli altri. Abbiamo saputo che i pachidermi lavorano sempre anche quando sono malati, o non stanno bene e dovrebbero riposare. Tuttavia, bisogna evitare ogni discorso retorico o moralista, e considerare anche l’opportunità di guadagno e la miseria in cui molti indiani versano, compensata solo dal turismo. Ci vorrebbe, forse, un regolamento più protettivo per la salute degli elefanti che renda non gravoso (o non troppo) il loro compito, permettendo questa consuetudine e margini di guadagno per i conduttori, quasi tutti giovanissimi; magari alzando i compensi e riducendo i turni per elefante con controlli medici obbligatori. Noi non pensiamo che il ragazzo che ci ha portati non amasse il suo elefante; al contrario non ne dubitiamo affatto da come lo accarezzava e ci parlava. La sensibilità che la nostra società ha sviluppato verso l’ambiente e gli altri esseri viventi ci ha fatto sentire profondamente in colpa nonostante avessimo generosamente ricompensato il ragazzo. Però è anche vero che i nostri ragionamenti sono ragionamenti da occidentali, da privilegiati con le tasche e la pancia piena, condizioni da cui gran parte dell’umanità è ben lontana.

Tornando al forte a cui in qualche modo sarete arrivati, vi ritroverete in un enorme piazzale. Arrivate alla   Porta di Ganesh ed entrate nel palazzo del Maharaja. Potrete ammirare le raffinatissime decorazioni dei maestosi ambienti ed celebre Palazzo degli Specchi.  Godetevi la frescura e la pace dei giardini Moghul popolati da scoiattoli e scimmie. 

Jal Mahal o Water Palace è posto al centro di un lago. L’acqua ormai lo ha quasi completamente sommerso lasciando fuori solo la parte più alta del palazzo, due dei cinque livelli. E’ una visione quasi irreale.

Jal Mahal 

Galta Ji o Tempio delle scimmie sembra uscito da un racconto di Salgari o da un film della saga di Indiana Jones. Le scimmie sono tante, le vedrete già sulla strada per il tempio. Il tempio è una sorta di grande monastero con due grandi edifici speculari, messi uno di fronte all’altro. Sulle scalinate fedeli e monaci si intrattengono mentre le scimmie si rincorrono sui rami degli alberi del viale o vi osservano dalle finestre. 

Se proseguite oltre verso la montagna c’è un altro pezzo del tempio con sua sommità una grande vasca rituale e qui potrete ammirare un palazzo letteralmente incastrato tra due pareti rocciose che si riflette nella vasca in basso. I pellegrini si immergono nella vasca per purificarsi, mentre i macachi sono alla perenne ricerca di qualcosa da rubare ai visitatori. Una scalinata laterale che rasenta la parete rocciosa di destra vi porterà a questo palazzo. Salendo, con le immancabili scimmie sempre tra i piedi, potrete ammirare dall’alto tutto il complesso.

Hawa Mahal o Palazzo del Vento è un palazzo rosa caratterizzato dalla facciata a Jharokhas, i tipici balconcini a strapiombo che permettevano alle donne della corte del Maharaja di osservare l’esterno del palazzo senza essere viste. E’ uno dei soggetti più fotografati di Jaipur e dell’intero Rajasthan tanto da diventarne un’icona. La strada davanti al palazzo è sempre rumorosa e trafficatissima. Se volete fotografare bene ed in tutta tranquillità l’Hawa Mahal salite su una delle terrazze dei Caffè di fronte al palazzo.


il Palazzo del Vento 

Jantar Mantar o Osservatorio astronomico è un complesso di architetture con funzione di strumenti astronomici costruito dal maharaja Jai Singh II tra 1727 e 1734 sul modello delle analoghe strutture costruite a Delhi.  Si tratta di uno dei più importanti osservatori storici e rappresenta uno degli esperimenti più innovativi per l’epoca. Jantar Mantar vuol dire “strumento di calcolo” e tutte queste grandi sculture non sono altro che strumenti per misurare il tempo, prevedere le eclissi, calcolare la posizione delle stelle e tracciare l’orbita della terra intorno al sole. E’ all’aperto, senza ripari e fa molto caldo. Portatevi scorte di acqua ed un cappello.

Mercato dei fiori A Jaipur c’è un coloratissimo mercato dei fiori che sappiamo essere molto utilizzati in India, ma non per ragioni decorative ma religioso rituali. In questo mercato è possibile acquistare fiori propizi per i riti induisti ed essenze di vario tipo derivate dai fiori. Si trova alle spalle del parcheggio dei Tuk Tuk e vicino un mercato ortofrutticolo, anch'esso molto colorato e bello da fotografare.

Il tempio di Thikana Shri Govind Devji Mandir Si trova nel complesso Jai Niwas Garden of City Palace ed è dedicato a Khrisna. Durante il regno dell'imperatore Moghul Aurangzeb, molti templi indù furono rasi al suolo. Govind dev Mandir mise in salvo le immagini sacre con carri trainati da buoi, prima a Kama (Bharatpur), Radhakund e poi al villaggio di Govindpura (Sanganer).  Nel 1714, le immagini divine raggiunsero Kanak Vrindavan nella Valle di Amer. E infine, nel 1715 furono portati a Jai Niwas ad Amer. Nel tempio ci sarebbe una raffigurazione fedele di Khrisna. Circa 5600 anni fa, quando Shri Bajranath aveva tredici anni, chiese a sua nonna (nuora del Signore Krishna) che aspetto avesse Bhagwan Krishna e lo raffigurò. Non è un luogo particolarmente turistico, di quelli che si visitano. La nostra guida locale ci ha portato lì in occasione del cerimoniale di apertura del sancta sanctorum dove è custodita la statua del dio. “Vi piacerà” ha detto ed aveva ragione. Una folla silenziosa è radunata davanti al tempio. C’è un certa tensione, come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa. I minuti passano e la tensione sale, finché un boato non saluta l’apparizione del dio e la folla con entrambe le braccia sollevate invoca ritmicamente il suo nome ad alta voce. Qualcosa di potente, evocativo, a cui non siamo abituati. Abbiamo rivisto la scena di “Indiana Jones e il tempio maledetto”, la folla di Thugs adorante che gridava “Kali maaa Kali maaa”. 

Tempio di Thikana Shri Govind Devji Mandir 

 

Lasciamo dunque il territorio del Rajasthan per una visita al Taj Mahal di Agra nello stato dell’Uttar Pradesh, prima di chiudere il cerchio e tornare a New Delhi. Sulla strada tra Jaipur e Agra ci sono diversi punti di interesse da visitare

ABHANERI

 Nel villaggio di Abhaneri non lontano da Jaipur c’è Chand Baori. Si tratta di un famoso pozzo a gradini, uno dei più ampi e profondi dell'India. Chand Baori vuol dire “pozzo di Chand”, dove Chand è il nome del suo costruttore e Baori il nome dato ai pozzi in questa regione. La sua costruzione ha data incerta, ma risale al periodo tra il VII ed il IX secolo. Il pozzo ha 3500 stretti gradini che collegano 13 piani o livelli fino a raggiungere il fondo alla profondità di trenta metri. Il livello dell'acqua era legato al periodo dell'anno, nei momenti di siccità il livello era più basso e bisognava fare più scalini. La leggenda vuole che fu costruito in una sola notte dagli spiriti. 

Chand Baori

Di fronte al pozzo si trova il tempio di Harshat Mata, Dea della Gioia e della Felicità, costruito nel VIII secolo. Probabile che tempio e pozzo fossero coevi e il pozzo fornisse l'acqua per le abluzioni rituali necessarie prima di recarsi al tempio. 

Il tempio di Harshat Mata

Contadine nei campi

FATEHPUR SIKRI

Nel distretto di Agra, distante circa una quarantina di chilometri, c’è una località da non perdere: la città abbandonata di Fatehpur Sikri.

 Costruita a partire dal 1570 da Akbar, il fondatore della dinastia Moghul.  La leggenda sulle origini della città racconta che Akbar si recò a Sikri per chiedere la grazia al famoso astrologo sufista Sheikh Salim Chishti di avere un figlio maschio che non riusciva ad avere; di eredi ne arrivarono ben tre come aveva predetto Salim. Così per onorarlo Akbar decise di costruire la sua capitale a Sikri. Nel 1586 appena terminati i lavori, Akbar e la sua corte abbandonarono la città, per ragioni legate alla siccità o ai commerci. Fatehpur Sikri fu saccheggiata e progressivamente abbandonata. Fatehpur Sikri è il più tipico esempio di città murata Moghul con il suo stile indo-islamico; della città rimane l’enorme area del palazzo, costituita da un susseguirsi di edifici che si affacciano su un’ampie terrazze e cortili. Poco oltre il palazzo c’è una meravigliosa moschea costruita sullo stile di quella di Samarcanda, concepita per ospitare fino a 10.000 fedeli al cui interno si trova la tomba di Sheikh Salim Chishti, il santone sufi. 

AGRA

 Agra è una caotica cittadina di confine che deve la sua fortuna ad una delle grandi meraviglie architettoniche della storia: il Taj Mahal. Il Taj Mahal in realtà è una tomba che il sovrano Moghul Shah Jahan fece costruire in onore della seconda moglie Mumtaz Mahal, deceduta nel 1631 durante il parto. Il mausoleo vero e proprio, conosciuto come Taj Mahal, è in realtà inserito in un monumentale complesso più vasto. Il primo elemento è il grande portale di ingresso (darwaza) di colore rossastro che mirabilmente cela la vista del mausoleo fino all’arrivo della grande porta ad arco. Il candore e le dimensioni gigantesche del Taj Mahal, che appare lentamente al visitatore nella penombra dell’ingresso, fanno sembrare lo stesso come una illusione degna del Hezār-o yek šab (nome persiano delle “mille e una notte”). Davanti al Taj Mahal c’è un grande spiazzo giardino (bageecha) con grandi fontane ed un minareto; ai lati una grande moschea (masjid) ed un edificio destinato ad accogliere i pellegrini (mihman khana).

Si diceva che il Taj Mahal è una tomba. Accoglie due sarcofagi: quello di Shah Jahan e quello di Mumtaz Mahal. Taj Mahal vuol dire “palazzo della corona” o “corona del palazzo”. Lo stesso edificio è come una immensa corona posta sul capo di Mumtaz e tutto è pensato per ricordarla e renderla immortale: dai versetti del corano incisi sulla facciata alla simbologia varia presente nel monumento. Shah Jahan aveva varie mogli ma probabilmente Mumtaz era quella che amava veramente, per esaudire un desiderio della quale ha realizzato qualcosa che ancora oggi desta un enorme stupore ed è tra le sette meraviglie del mondo. E’ il tempio dell’amore! Una “lacrima di marmo posata sul guanciale dell’eternità” per usare la bella definizione del poeta indiano Rabindranath Tagore. Una folla immensa si reca tutti i giorni a vederlo. Eppure, il Taj Mahal è stato recentemente escluso dalla lista dei siti turistici consigliati nella guida del Ministero per il Turismo indiano, sembrerebbe perché non sia in linea con le tradizioni e la storia del paese.  Dissentiamo profondamente e la vista del Taj Mahal da sola vale il viaggio.

Vi consigliamo vivamente di recarvi ad apertura (il sito apre alle 6.00), sia per godere del fresco della mattina che per evitare la folla oceanica (si stimano decine di migliaia di visitatori giornalieri) che renderà la visita meno suggestiva e più difficile, in particolare rovinerà le vostre foto. 

 

Il nostro viaggio finisce qui; siamo tornati a New Delhi per poi ripartire per l’Italia. Abbiamo percorso più di duemila chilometri pieni di meraviglie, con una sorta di NCC organizzataci da un amico di Jaipur; quindi, in tutta rilassatezza, perché non abbiamo dovuto guidare noi e, ripetiamo, guidare in india è molto pericoloso. Siamo grati alla nostra guida compagno di viaggio ed a tutti quelli che si sono affiancati durante il tragitto e ci hanno aiutato a scoprire un India più autentica, meno turistica. Ci siamo portati dietro ricordi indelebili: colori, profumi, volti e sorrisi meravigliosi.

Speriamo che il racconto e le immagini del nostro viaggio abbiano potuto trasmettervi anche solo una piccola parte della magia di quella terra, e di avervi fatto venire voglia di andare nel Rajasthan

GIOVANNI ED ANNA RINGRAZIANO TUTTI QUELLI HANNO AVUTO LA PAZIENZA DI LEGGERE FIN QUI QUESTO LUNGO ED ARTICOLATO REPORTAGE.  SPERIAMO DI AVERVI ANCORA COME LETTORI E DI POTERE ESSERE STATI UTILI IN QUALCHE MODO PER IL VOSTRO PERSONALE VIAGGIO IN INDIA. 

 

 

 

UN RINGRAZIAMENTO VA ANCHE A PINO E GLORIA, COMPAGNI DI QUESTO E DI TANTI ALTRI VIAGGI, LA CUI PRESENZA HA CONTRIBUITO ALLA RIUSCITA DI QUESTO LUNGO E COMPLESSO VIAGGIO                                                                                                                                                                                                                                                                                                  


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