LA CAMARGUE

SAINTES MARIES DE LA MER Sara la nera - I FENICOTTERI DI PONT DU GAU


LA CAMARGUE

© 2014

La Camargue è la zona umida a sud di Arles, fra il Mar Mediterraneo e i due bracci del delta del Rodano. Il braccio orientale si chiama Grand Rhône; quello occidentale Petit Rhône. E' il più grande delta fluviale dell'Europa occidentale, una vasta pianura comprendente vaste lagune (étangs) di acqua salata divisi dal mare da banchi di sabbia e circondati da paludi coperte da canneti, a loro volta attorniati da grandi aree coltivate.  Istituito come parco nazionale e riserva naturale nel 1972, vi si possono trovare alcuni degli animali selvatici maggiormente protetti di tutta l'Europa.La Camargue ha la sua omonima razza di cavalli, il famoso Camarguais bianco cavalcato dai "gardiens". Questi cavalli vivono in una condizione quasi selvaggia, libero di pascolare e correre in libertà nella regione in aree controllate dai gardians. La sua "capitale" è Saintes-Maries-de-la-Mer che è meta dei pellegrinaggi annuali del popolo Rom in venerazione di Santa Sara. A circa 25 km, c'è la città-fortezza medievale di Aigues-Mortes sul bordo occidentale della zona, nella Petite Camargue.

 

 

The Camargue  is a natural region located south of Arles, France, between the Mediterranean Sea and the two arms of the Rhône River delta. The eastern arm is called the Grand Rhône; the western one is the Petit Rhône. The Camargue is western Europe's largest river delta. It is a vast plain comprising large brine lagoons or étangs, cut off from the sea by sandbars and encircled by reed-covered marshes.The Camargue is home to more than 400 species of birds and has been identified as an Important Bird Area Its brine ponds provide one of the few European habitats for the greater flamingo. the Parc Naturel Régional de Camargue covers 820 km². This territory is some of the most natural and most protected in all of Europe. A roadside museum provides background on flora, fauna, and the history of the area.The Camargue has an eponymous horse breed, the famous white Camarguais. Camargue horses are ridden by the gardians (cowboys), who rear the region's cattle for fighting bulls for export to Spain, as well as sheep.Many of these animals are raised in semi-feral conditions, allowed to roam through the Camargue within a manade, or free-running herd. They are periodically rounded up for culling, medical treatment, or other events.The two chief town are Saintes Maries de la mer and Aigues Mortes.

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SARA LA NERA

 © Giovanni Rossi Filangieri 2014

Saintes Maries de la mer deve il suo nome ad una antica tradizione che vuole Maria Salomè, Marie Jacobe e Maria Maddalena, presenti alla crocifissione di Gesù, vagare alla deriva su un'imbarcazione dopo la resurrezione di Cristo. La barca raggiunse le coste della Francia in un luogo detto Oppidum Râ, anche noto come Notre Dame de Ratis (Ratis ovvero "barca"). Successivamente la città divenne Notre Dame de la Mer, e solo nel 1838 Saintes Maries de la Mer. L'imbarcazione trasportava, oltre Maria Salomè moglie di Zebedeo e madre di Giovanni e Giacomo il Maggiore, Maria Jacobe, moglie di Cleopa, madre dell'apostolo Giacomo il Minore, e probabile cugina della Vergine Maria, Maria Maddalena, anche Lazzaro, Marta, la sorella di Lazzaro, San Massimino, e San Sidonius; qualcuno dice anche Giuseppe di Arimatea, colui che dette sepoltura a Cristo.

Un giorno Sara ebbe una visione: vide la barca con le sante donne alla deriva e gli fu rivelato dove sarebbero approdate. Così Sara capì che era suo dovere aiutarle. Sara, infatti, si recò lì e le vide giungere sulla loro imbarcazione, ma il mare era agitato e l'imbarcazione rischiava di rovesciarsi. Marie Salomè getto il suo mantello sui flutti, usandolo come un zattera, mentre Sara ed altri accorsi aiutarono gli occupanti dell’imbarcazione a raggiungere la terra ferma.

Un’altra leggenda vuole essere Sara, originaria dell’alto Egitto, la serva di Maria Salomè ed anch’essa sulla barca alla deriva insieme alle Marie. Il culto di Sara viene spesso confuso con quello della Vergine nera.

Sara la Nera o Santa Sarah, Sara-la-Kali (Sara la Nera), viene venerata come santa dalla comunità gitana dei Rom, sebbene non sia riconosciuta come tale da nessuna delle principali confessioni religiose. Sarah-la-Kali (Sara la nera) stando a quanto scritto da Franz de Ville Sara era una Rom: “Una dei primi membri del nostro popolo a ricevere la rivelazione fu Sara la Kali. Ella era di nobili natali e guidò la sua tribù sulle rive del Rodano. Conosceva i segreti che Lui aveva trasmesso…” In Francia, il giorno in cui si celebra la festa di Santa Sara è il 24 maggio. Il rituale prevede il trasporto della statua dal mare alla terraferma al fine di rievocare il suo arrivo in Francia. Interessante il fatto che i Rom in quel tempo praticavano ancora una religione pagana e usavano trasportare sulle spalle la statua di Ishtar (Astarté) entrando con essa nelle acque del mare per ricevere la sua benedizione. Una chiaro esempio di sincretismo religioso. A questa cerimonia partecipano membri delle popolazioni Rom da ogni parte del mondo. E questo ha reso tale rito anche la festa dei Rom. Giungono ancora oggi con i mezzi più disparati, anche i tipici coloratissimi carri e per alcuni giorni è un tripudio di danze e musica gitana. In tale occasione, è usanza  marchiare i giovani tori. Bellissima anche la cavalcata in mare sui tipici stalloni bianchi camarguise. La spettacolarità della cerimonia richiama viaggiatori e curiosi da ogni angolo del mondo. La Statua di Sara è conservata per il resto dell’anno nella cripta della Cattedrale di Saintes Maries con ancora in dosso i tessuti e mantelli preziosissimi di cui viene ricoperta dai fedeli in occasione della processione in mare. 

I FENICOTTERI DI PONT DE GAU

Tra i miti che mi hanno sempre affascinato c'è quello della Fenice, l'uccello che risorge dalle sue stesse ceneri. Nei miti greci era un uccello sacro, dal piumaggio splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume — una rosa ed una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata — una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco.
Il motto della Fenice è "Post fata resurgo" dalla morte risorgo.L'uccello di fuoco è tra le sue varianti.

Nell'osservare il meraviglioso piumaggio dei fenicotteri, la loro grazia quando posano le lunghe zampe da trampoliere sul terreno o quando si librano in volo, si ha la sensazione che le mitiche fenici potessero essere proprio loro. Il nome molto simile, il piumaggio che vira dal rosa pallido a quello più carico, all'arancio bruciante fino al vermiglio, come i colori della leggendaria Fenice, aumentano la convinzione. La danza del fenicottero al tramonto è una danza di fuoco. Il nome in francese del fenicottero richiama le fiamme (flamant rose) come quello Inglese (flamingo). Ma ecco un'altra importante suggestione. Il lago di Natron in Tanzania è di origine vulcanica e ospita una delle comunità più folte al mondo di fenicotteri che depongono le uova proprio sotto le ceneri incandescenti. Poi le uova si schiudono, i pulcini si fanno largo e l'eterno ciclo della vita ricomincia. Rinascere dalle ceneri! Dalle acque del lago, alle ceneri del vulcano, fino all'aria dei cieli…è certamente lui il misterioso uccello su cui hanno favoleggiato artisti e poeti di molte epoche, il fenicottero che attraversa i 4 elementi della Natura: terra, acqua, fuoco e aria. Siamo stati in  Francia, negli stagni della Camargue per vederli e fotografarli. Qui, una selezione di foto dedicata a tutti quelli che risorgono da ogni fallimento, da ogni tracollo e non perdono mai l'amore per la vita e per il mondo.

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