INFERNO DI CRISTALLO

Una vecchia brochure annerita e impolverata mostra la foto di un magnifico albergo con scritto: “questo maestoso edificio costruito agli inizi del novecento, accoglie al suo interno camere e suites dotate dei più moderni comfort. Due ristoranti, Sala congressi, Piano Bar, piscina, Solarium, campo da bocce e parcheggio privato nel parco. Relax, benessere, cultura, incontri di lavoro. Non sarà difficile nell’eleganza degli ambienti, nella raffinatezza degli arredi ritrovare l’alta tradizione alberghiera di un tempo che attrasse personaggi del jet set di tutto il mondo.”

L’odore è acre e tutto è immerso in una greve caligine. Nonostante la sensazione di trovarci sul luogo di una catastrofe nucleare, possiamo facilmente intuire la maestosità e l’eleganza di questo Grand Hotel dal fascino antico. Riusciamo ad immaginare le frizzanti atmosfere liberty di quella stagione meravigliosa, non a caso chiamata “Belle Époque”, che stava volgendo al termine. Cupi presagi di guerra incombevano sull’Europa e sull’Italia ma la voglia di divertirsi, godere dei piaceri della vita era tanta e ancora non standardizzata. Quante belle signore imbellettate si saranno intrattenute in conversazioni in questi saloni e eleganti signori in frac discutere di affari fumando pregiati sigari e bevendo cognac.

Non sappiamo bene perché, visto che è diverso, ma questo luogo ci ha richiamato alla memoria un famoso film del 1974 con Paul Newman: Inferno di cristallo, la storia di un coraggioso manipolo di pompieri che tenta di spegnere un colossale incendio divampato in un grattacielo di cristallo e acciaio e salvare le migliaia di vite intrappolate all’interno. Un film che anticipa di qualche decennio il genere “catastrofico”.

Nella primavera del 2018 il piano terra di questo colossale Grand Hotel ha subito un terribile incendio. Per fortuna non c’è stata alcuna vittima o feriti perché l’albergo era già abbandonato da moltissimi anni. Dunque, è entrato in crisi per motivi diversi da questo incidente che lo ha sfigurato, forse per sempre. Sembra che un corto circuito abbia provocato un primo focolaio e che l’abbondanza di materiale infiammabile (legno, tessuti etc.) abbia velocemente propagato le fiamme a tutto il piano. Naturalmente, essendo abbandonato, nessuno è potuto intervenire o avvisare i soccorsi prontamente. Solo quando le fiamme ed il nero fumo hanno cominciato ad apparire all’esterno sono intervenuti i Vigili del fuoco che hanno spento l’incendio, ma nulla hanno potuto per gli splendidi saloni e per i pregiati arredi contenuti all’interno. Beffarda appare la presenza dei numerosissimi estintori, anch’essi anneriti, che non sono serviti allo scopo.

Come detto, tutto il piano terra è ormai una immagine spettrale: la portineria con le cassette di sicurezza per i facoltosi clienti dell’albergo, la massiccia cassaforte, il bar, gli ambienti di servizio, gli enormi saloni da pranzo; persino la vetrata di ingresso con la scritta Grand Hotel è annerita e bruciacchiata. I grandi lampadari e le appliques di pregiato cristalli sono in gran parte al loro posto ma anneriti e opacizzati dal fumo. Alcuni grandi lampadari della sala da pranzo giacciono in terra anneriti e semidistrutti. Un lampadario, a cui è rimasto impigliato un brandello di stoffa, dondola alla corrente d'aria proveniente dai finestroni spalancati; da lontano, in controluce, è una visione sinistra, somigliando ad un impiccato. 

GLI IMMENSI SALONI DA PRANZO

Saliamo le eleganti scale e raggiungiamo il primo piano. Qui gli effetti dell’incendio sono quasi completamente assenti e si passa dal quasi totale monocromatismo del pianterreno ad un tripudio di delicati colori. L’arredamento, con sfumature calde delle tappezzerie e i mobili d’epoca, crea un ambiente raffinato ed accogliente, che conserva quella atmosfera di classe che da sempre ha caratterizzato l'hotel. Non mancano marchingegni, che all’epoca dovevano risultare sofisticatissimi, per richiamare l’attenzione del personale del bar o delle pulizie.

Il secondo piano è quello delle Suites e ci piacerebbe sapere tanto quali personalità le abbiano occupate. Di sicuro Federico Fellini che con sua moglie Giulietta Masina era un assiduo frequentatore del Grand Hotel; certamente vi si sarà ispirato per soggetti dei suoi film. 

Quante storie sono rimaste intrappolate in questo edificio e lo rimarranno finché non verrà demolito. Difficile immaginare una sua rinascita e questo Grand Hotel finisce nel novero di quei luoghi che testimoniano un’epoca ormai tramontata. Ci auguriamo che qualcuno metta presto al sicuro da ladri, vandali o ulteriori eventi catastrofici le tante belle cose ancora rimaste. 

Si legge nella presentazione di Inferno di cristallo: "una piccola scintilla si trasforma in una notte di suspense infuocata". Qui un incendio ha trasformato questo luogo, un tempo magico, in una breve ma spettrale esperienza dei sensi.

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.