PADULI

Paduli è un borgo collinare di origini medievali in provincia di Benevento, citato per la prima volta in un documento dell'imperatore Corrado II il Salico, in cui compare come possedimento della badia di Santa Sofia. In seguito fu annessa alla contea di Ariano e occupata dai normanni, che la fortificarono facendone un punto d'appoggio nelle incursioni contro Benevento. Nel 1137 fu conquistata da Ruggero II, re di Sicilia e per la fedeltà mostrata rimase sotto il diretto dominio del sovrano e fu esonerata dagli obblighi feudali. Con la venuta degli Angioini fu concessa al conte Errico di Vaudemont della casa di Lorena. Nel XV secolo fu teatro di una battaglia tra Francesco Sforza e Giacomo della Marca, marito della regina Giovanna II d'Angiò, e nel 1441 fu conquistata da Alfonso I d'Aragona e data in feudo a Giacomo Carbone prima e a Gentile di Montecalvo poi; tornata ai Carbone, fu da questi amministrata, seppure con alterne vicende, fino al 1592, quando fu venduta ai Caracciolo; passò poi ai Dei Lagni, ai Barone, agli Spinelli, e, nel 1609, ad Alberico Cybo, principe di Massa, i cui successori la cedettero nel 1726 a Baldassarre Coscia. Nel 1688 il terremoto causò il crollo di quasi tutti gli edifici e nel 1702 la chiesa Maggiore, ricostruita dopo il terremoto del 1688, subì lesioni gravissime e crollò parzialmente. Nel 1732 Il terremoto danneggiò tutte le case e le chiese, tra cui la chiesa madre di S. Bartolomeo Apostolo, che dovette essere demolita. Eletta capoluogo di un vasto circondario nel 1809, passò alla provincia di Benevento nel 1861. Oltre al castello, il centro storico custodisce pregevoli edifici sacri: la chiesa madre, di età romanica, affiancata da un campanile coevo; il convento di Santa Maria di Loreto, opera di un artista della scuola di Luigi Vanvitelli, affiancato da una chiesa e dotato di un bel chiostro; la chiesa di San Bartolomeo (XVII secolo), cui si accede attraverso un campanile quadrato che ne costituisce la facciata. Diversi terremoti, tra cui quello funesto del 1980, danneggiarono circa seicento edifici causando l’abbandono della parte sud ovest dell’abitato. 

Ci sono due categorie di paesi abbandonati: quelli che a seguito di eventi catastrofici sono stati ricostruiti altrove, essendo il luogo giudicato pericoloso per la vita umana, e quindi sono del tutto abbandonati; quelli sono stati ricostruiti nelle immediate prossimità o che non sono stati giudicati interamente pericolosi e che quindi non sono stati del tutto abbandonati. Le ghost town propriamente dette sono quelle del primo tipo, mentre la seconda categoria annovera i molti paesi semiabbandonati, come ad esempio la vicina Castelpoto, che hanno solo una parte, normalmente il centro storico, abbandonata. 

Paduli appartiene alla categoria dei paesi semiabbandonati. Se ad uno sguardo superficiale può sembrare poco interessante, ad una più attenta esplorazione si rivela un sito di grande impatto emotivo ed interesse fotografico. Passando dal bel centro abitato, moderno e funzionale, alla zona antica si fa un autentico viaggio nel tempo e nei diversi stili architettonici nonché di vita. La zona abbandonata rivela antiche origini medioevali, testimoniate dalle strade strette e lastricate, con alternanza di palazzi di pregio a strade su cui si affacciano case dalla umile fattura. La zona interessante è quella compresa tra l’esterna del cimitero e Via Portanova, Via Columbro fino a Via Voccole. Un dedalo di stradine in cui è facile perdersi e che in alcuni tratti mostrano i segni della violenza dei passati terremoti con cumuli di macerie ancora nelle strade.

Va sottolineata la gentilezza dei suoi abitanti, sempre pronti a dare informazioni sul paese e sulle strade. In definitiva, è stata una piacevole sorpresa e la mettiamo sicuramente nel novero dei borghi abbandonati importanti assolutamente da visitare. 

FONTE STORICA: MIC ICCD

© Giovanni R. Filangieri - Anna Aliena Ciriello15.10.24

Hanno contribuito a questa esplorazione: Giovanni Longo, Bernadette Di Gennaro, Ivana Sorrentino, Antonio Gambuti

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.