ROSCIGNO VECCHIA

Il villaggio di Roscigno risale a quasi mille anni fa, quando un monaco benedettino fondò un eremo le cui rovine sono ancora visibili oggi. Compare già a partire dall'anno mille in svariati documenti con diverse denominazioni: Rosinii, Russino, poi Russigno e infine Roscigno. 

I pastori che si spostavano in quelle montagne con le loro greggi iniziarono a stabilirsi nei pressi del monastero ed il villaggio prese forma, formalmente fondato nel 1515. Gli abitanti di Roscigno hanno condotto una vita rurale, coltivando la terra ed allevando bestiame fino al 1902, quando una legge nazionale ne ordinò improvvisamente l'evacuazione. Il governo lo definì a rischio frana lungo il pendio. Roscigno è definito "il paese che cammina"...e non a caso. Nei secoli, tra frane ed alluvioni è stato sempre un luogo disastrato e pericoloso. Costruito probabilmente su un terreno argilloso e incoerente, nel 1907 si provvide definitivamente a ricostruirlo un chilometro circa più in alto, decretandone lo sgombero.

Nel 1908 fu costruito il nuovo paese, a un miglio di distanza da quello vecchio e la gente invitata a trasferirsi lì. A poco a poco il vecchio villaggio cadde in rovina. Alcuni emigrarono in America o altrove, mentre milioni di italiani in tutta la nazione lasciarono la campagna per lavori in città. Ma metà del villaggio, 600 persone, era ancora lì nel 1964, quando la malaria colpì convincendo i rimanenti a trasferirsi verso il nuovo abitato costruito su terreni più alti e meno paludosi. Abbandonato progressivamente dai suoi abitanti, oggi è un luogo spettrale che testimonia in maniera molto fedele la vita rurale e la civiltà contadina ottocentesca. 

LA STORIA DELL'ULTIMO ABITANTE DI ROSCIGNO: GIUSEPPE SPAGNUOLO

Giuseppe Spagnuolo crebbe nella nuova città, ma lasciò la scuola all'età di 14 anni e si trasferì nel nord Italia, per lavorare come apprendista presso un falegname. Ben presto partì per la Svizzera e iniziò uno stile di vita itinerante, spostandosi ogni pochi mesi e recandosi ovunque ci fosse lavoro nell'edilizia o nella falegnameria. Trascorse un anno nell'esercito prima di tornare in Svizzera, dove incontrò sua moglie, un'italiana che lavorava come addetta alle pulizie presso l'ospedale di maternità. Ebbero un figlio, ma Giuseppe continuò a fare la spola come lavoratore stagionale occasionale e la moglie, volle andare a Roscigno. Nel 1997 si offrì volontario come custode di Roscigno Vecchia e ne fece la sua casa. Nel paese vecchio era rimasta una unica abitante: Dorina. Suora Teodora Lorenzo, conosciuta da tutti come Dorina, era stata una suora di clausura in un convento, ma quando questo chiuse negli anni '60 tornò a casa e si dedicò all'agricoltura. Coltivava prodotti nei frutteti e nei giardini attorno al villaggio e raccoglieva le olive per i contadini, lavorando fino all'età di 85 anni. Aveva persino qualche vitigno per fare il vino. All'ex suora venne assegnata una casa popolare nella città nuova, dove viveva sua sorella, ma si rifiutò di abbandonare la sua casa. Quando Dorina morì nel 2000 lasciò Giuseppe unico abitante nella città fantasma. Questo strano individuo, a meta tra un avventuriero ed un filosofo, era in gran parte autosufficiente. Viveva in una delle case della piazza dove ci invitò a bere del vino: la cucina era piena di cesti di pere, pomodori e mele cotogne provenienti dai frutteti che circondano il villaggio, oltre ad erbe fresche. Sul muro appesi mazzi freschi di peperoncini e cipolle; in un cesto un mucchio di funghi selvatici che aveva raccolto quel pomeriggio. I negozianti del nuovo villaggio gli regalavano il cibo appena scaduto e il pane non venduto del giorno prima. Per il resto, faceva affidamento sulle donazioni dei tanti turisti di passaggio. Abbiamo trascorso un pomeriggio a parlare con lui. Tra le tante domande, gli chiedemmo se non avvertisse la solitudine. Affermava di non sentirsi mai solo perché poteva parlare ogni giorno con i visitatori che giungevano da ogni parte del mondo e, alla sera, con lo spirito degli antenati del villaggio che affollavano la piazza dopo l’imbrunire. Certo la sua vita era dura. Nel villaggio non c’è elettricità e acqua corrente. D'estate si lavava alla fontana in piazza e d'inverno scaldava l'acqua per il bagno su una stufa a legna. Una vita da nomade sotto le stelle, come un romantico Hippie degli anni 70. Chi andava a Roscigno vecchio era sicuro di incontrarlo, con la sua inseparabile pipa, e poter ascoltare da lui tante storie.

Giuseppe è morto per una emorragia all’ospedale di Salerno il 19 gennaio 2024 scorso, lontano dal suo amato villaggio. E adesso, insieme a Dorina, proteggerà per sempre quel luogo come un nume tutelare 

GIUSEPPE SPAGNUOLO NELLA SUA CASA IN PIAZZA NICOTERA

Fontane, lavatoi, case parzialmente crollate, vegetazione che ha ormai invaso le strade vi faranno compagnia nella esplorazione del villaggio. Ci sono alcune botteghe ancora intatte, con tutti gli utensili impolverati, arrugginiti, insegne scolorate su cui si intuiscono mestieri ormai scomparsi. Il paese è sede di un minuscolo, ma interessantissimo museo rurale installato dagli abitanti di Roscigno nuova con tutto quello che hanno trovato nel paese vecchio. Lo trovate subito, nella piazza ad angolo con la chiesa. Il paese è comunque meta di molti visitatori e fotografi. Il consiglio che vi diamo è di andarci al tramonto, per cogliere tutta la suggestione di questo luogo. Unico rumore, l'acqua che scorre dalle cannole nel fontanile di pietra. Il sole che muore tra le creste dei monti Alburni incendia i chiari bordi della fontana, tutta la piazza assume delicate tonalità pastello e sembra di nuovo un luogo vivo ... fino al calare delle tenebre.

Arrivare a Roscigno: SA-RC uscita ad Atena Lucana e SS166 fino a Roscigno. Il paese vecchio si trova a qualche chilometro, nella vallata sottostante ed è indicato da apposita segnaletica. GPS: 40.401841, 15.338958

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato toccato e/o prelevato. 

 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.