ALESSANDRA LUPI

Alessandra ha una lunga esperienza di urbexer, autrice anche di un libro. Divide questa passione anche con il marito Matteo, esperto pilota di droni e il loro lavoro potete vederlo sui loro media (link in coda). Con lei abbiamo condiviso appassionanti esplorazioni, anche in luoghi lontani.

 

PARLA UN PO’ DI TE

Mi chiamo Alessandra, abito a sud della provincia di Roma. Dimenticate Memorie Urbex su Facebook e Instagram sono i profili dedicati al viaggio nei luoghi abbandonati d'Italia.

Con gli anni sono diventata una persona silenziosa e abbastanza solitaria (come si dice, “pochi amici ma buoni”) con una grande passione per i viaggi e l'urbex che condivido con mio marito che mi accompagna.

Da sette anni il lavoro mi porta a Lampedusa diversi mesi l'anno, nei quali purtroppo sono ferma con le mie amate esplorazioni!

Tanti progetti lavorativi e non in cantiere, tra cui gli studi in giurisprudenza, fermi da tanti, troppi anni direi, ripresi proprio in questo 2024 con ferma volontà di realizzare degli obiettivi e con uno sguardo rivolto al futuro.

 

COME E QUANDO HAI CONOSCIUTO L’URBEX

Ho conosciuto il grande e complesso campo dell'urbex per caso. Dovevo scrivere un articolo su un ex orfanotrofio per un giornale della provincia di Roma; dopo una documentazione on line per risalire alla storia di questo luogo (in rete usciva spesso il termine “urbex” che fino a quel momento ignoravo totalmente), mi sono recata sul posto per completare l'articolo con il reportage fotografico.

Inutile dirlo, è stato amore a prima vista e da lì mi si è letteralmente aperto un mondo nuovo.

Quell'ex orfanotrofio ha stimolato tantissimo la mia curiosità, sono nate le prime ricerche per vedere se ci fossero altri luoghi abbandonati nella mia zona e man mano sono nate amicizie ed esplorazioni in tutto il Lazio e fuori regione.

 

COSA E’ L’URBEX PER TE: COSA TI PIACE E COSA NON TI PIACE

L'urbex per me è un insieme di sentimenti contrastanti, mi piace fotografare la bellezza decadente delle strutture abbandonate, ma allo stesso tempo mi sento a volte afflitta dal senso di abbandono e tristezza che circonda questi luoghi, questo accade soprattutto con le case/ville.

Prima di ogni esplorazione cerco di documentarmi il più possibile sulla storia del luogo e durante il reportage evito di spostare oggetti per creare appositi set fotografici.

Mi piace condividere queste esperienze con compagni appassionati come me, persone fidate e rispettose … pochissime in realtà.

Quello che non mi piace, ma ormai succede sempre più spesso, è il dover letteralmente correre, percorrendo molte volte centinaia di Km, per fotografare il luogo chiamiamolo così “del momento”, per arrivare prima che venga svuotato o vandalizzato.

E' il rispetto che molte volte manca e le intenzioni non oneste di tutti quelli che si definiscono urbexer.

 

CHE LUOGHI PREFERISCI ESPLORARE

Ho iniziando prediligendo manicomi, bellissimi dal punto di vista fotografico, intrisi di tristi storie con lunghi corridoi dove echeggiano ancora suoni e voci di pazienti sofferenti.

Al momento ho un debole per le dimore, ogni casa ha una storia da raccontare, atmosfere di decadenza e solitudine che mi attirano sempre più. Ogni stanza è un palcoscenico per l'immaginazione, con oggetti lasciati lì, dimenticati tra la polvere e la muffa, e, storie e segreti che rimarranno per sempre celati tra quelle pareti.

La regione che mi ha riservato maggiori sorprese ed emozioni è il Piemonte.

 

FOTO O VIDEO

Solamente foto, anche se a volte per la bellezza di qualche luogo ho fatto qualche breve video-ricordo.

 

QUAL E’ IL TUO STILE DI RIPRESA

Ultimamente più foto verticali, per la pubblicazione sui social, anche se gli scatti sono vari per fare dei reportage completi. In genere comincio da inquadrature con grandangolo per poi passare ai dettagli.

Scatto molto velocemente, senza cavalletto per scelta pratica, per stare il meno possibile in ogni posto e le ragioni principali sono tre:

rischio di pericolosità dell'edificio;

rischio di essere sorpresi in una proprietà privata con tutte le conseguenze annesse;

per ragioni tempistiche, cercare di visitare più posti possibili nel giorno dedicato all'urbex.

 

L’EMOZIONE PIU’ BELLA E QUELLA PIU’ BRUTTA

Ogni volta è una grande e diversa emozione, dalla paura di non riuscire ad entrare e trovare il posto chiuso, all'adrenalina dopo essere entrati magari con molta difficoltà.

Una grande gioia è di qualche mese fa, una scoperta tutta nostra, fatta per caso con mio marito un pomeriggio in montagna.

Una grandiosa villa, stile baita, misteriosa e silenziosa, disabitata da anni; il pavimento di legno scricchiolante sotto ogni passo, un grande camino dove ho immaginato la famiglia che si riuniva nei lunghi inverni trascorsi accanto al fuoco. Villa M. un'esplorazione del cuore.

L'esperienza più brutta è stata trovare una persona, o meglio il proprietario seduto sul divano di quello che doveva essere un palazzo abbandonato. Eh si, perché è successo anche questo. Il mio caro amico di avventure e disavventure Andrea ne sa qualcosa!

 

CHE CONSIGLIO DARESTI A CHI VUOLE INIZIARE

Di non iniziare!

Tornando seri, bisogna essere consapevoli che diventa un impegno, sia dal punto di vista del tempo che dal punto di vista economico, soprattutto per esplorare luoghi fuori regione o addirittura esteri.

Ci vuole determinazione e caparbietà, un consiglio per chi avesse proprio voglia di immergersi in questo mondo è quello di viverlo in maniera spensierata, cercando di non creare invidie e rivalità con altri urbexer per la sfida al posto più bello.

Unirsi a gruppi o persone che già hanno esplorato, iniziare da cose semplici e conosciute, come per esempio i borghi abbandonati, cercare in primis di non andare mai soli e di trattare con rispetto i luoghi, ricordarsi di “lasciare solo impronte, prendere solo emozioni”.

Io da qualche mese sono ferma per varie ragioni, chissà se il fuoco della passione mi porterà di nuovo tra la muffa e le ragnatele, oppure quella polvere (tanto amata) si poserà anche sulla lente della mia adorata macchina fotografica.

E ORA SPAZIO ALLE FOTO DI ALESSANDRA