U R B E X   O C C H I   D I   G A T T O: PATRIZIA E ALESSANDRA

Due esperte fotografe, due urbexer, ma soprattutto due sorelle. Sangue e passione fuse in un nome: urbex occhi di gatto. A parte i richiami al noto cartoon anni ottanta, quattro occhi verdi ed a taglio brillano di meraviglia di fronte alle tante scoperte. Non possiamo che ringraziare Patrizia e Alessandra di essersi volute raccontare qui. Sappiamo che sono persone molto riservate. Ecco come hanno risposto alle nostre domande

Parlate un po’ di voi: (chi siete, dove vivete, cosa fate)

Siamo due sorelle, Patrizia e Alessandra, abbiamo 4 anni di differenza, per l’esattezza 3 anni e 364 giorni: Patrizia, nata il 27 marzo e Alessandra il 26 (l’anno però non lo diciamo, a noi donne non piace rivelare l’età, si sa).

 

Come avete conosciuto l’urbex: come e quando avete cominciato

Siamo cresciute nella splendida Milano, fortunatamente con anche una macchina fotografica a portata di mano. Da piccole ne avevamo anche alcune giocattolo, tipo quelle tutte rosa di Barbie. Ma una volta un po’ più grandicelle ci è arrivata in regalo una fantastica Kodak a rullino, che giace tutt’ora in qualche cassetto a casa dei nostri genitori. All’epoca, ogni settimana, erano costretti a spendere un capitale, per la stampa su carta dei rullini da 24 o addirittura 36 scatti che immancabilmente consumavamo nei week end. Fortunatamente però non hanno mai messo limiti a questo nostro “divertimento”; anzi, nostra madre lo ha incalzato per bene a suon di osservazioni tipo “non si fanno foto senza piedi o senza teste”. 

Un altro bel dono dei nostri genitori è stata la mitica Polaroid. Eravamo felicissime all’ idea di poter vedere in pochi minuti i nostri scatti.  Centinaia e centinaia di fotografie… gite scolastiche, week end, amichette, vacanze. Queste e altre foto sono gelosamente custodite fisicamente in un baule e nella nostra mente. 

Dopo avervi raccontato il nostro approccio alla fotografia in tenera età possiamo passare a quello con l’URBEX che nasce nel periodo della casa in montagna. 

La nostra casetta era situata sulla piana di un paese in riva al fiume Sesia in Piemonte. In realtà è ancora lì, ma vuota e in vendita da molto tempo. Attenzione non è abbandonata!

La piana era un posto bellissimo a dimensione di bimbi, dove le auto non potevano circolare e per questo motivo abbiamo avuto la possibilità di vivere in totale libertà. Nel giro di poco tempo avevamo fatto comunella con gli altri bambini della piana; eravamo circa una decina provenienti da Milano, Torino e altri posti che non ricordiamo. E così, con questo bel gruppetto prese vita “il gioco dei misteri”, era il nostro gioco preferito anzi forse dovremmo dire che lo è ancora!

Il gioco consisteva nell’entrare nelle case abbandonate della piana (all’epoca ce ne erano parecchie) e cercare degli indizi per capire a chi apparteneva in passato. Avevamo addirittura un quaderno dove annotavamo appunti e commenti sugli indizi raccolti; ricordo ancora la copertina, era grigia con scritto “Note”. Un ricordo e un pensiero particolare vanno sempre alla falegnameria che era proprio di fronte casa nostra. Era un rudere mezzo caduto, di quelli in pietra con le beole al posto delle tegole. Era una abitazione con un piccolo laboratorio ed è proprio in quella stanza che c’era ancora tutto: progetti, attrezzi, lavori lasciati a metà nel tipico stile di montagna, insomma una vera e propria meraviglia!

Un'altra avventura di quel bellissimo periodo alla piana che emerge con piacevole prepotenza sono le esplorazioni alla Colonia estiva. Una volta la nostra curiosità però superò il limite e un pomeriggio rimanemmo chiuse dentro, ma da brave piccole detective, insieme al nostro gruppetto, trovammo subito una via di uscita. La colonia è ancora lì, bella più che mai! E un hotel con molte stelle, ma poco gettonato. In un periodo di chiusura a cavallo di un cambio di proprietà abbiamo avuto modo di visitarla nuovamente, ma in altra veste ovviamente.

A questo punto possiamo dire che è evidente che la nostra attitudine all’Urbex si è manifestata fin da piccole e ad oggi questa pazza passione ci appartiene in maniera profonda e radicata.

 

Che luoghi preferite esplorare

Che altro dire? Le ville sono i nostri spot preferiti! In particolare quelle dove il vissuto lo respiri ancor prima di entrare, quelle che, dove ancora oggi tramite ciò che rimane hanno da raccontare una storia. Per esempio, le lettere scritte con la penna stilografica su quella carta tanto diversa da quella che siamo abituati a usare oggi. 

Quando le troviamo, parte in automatico lo scatto fotografico compulsivo e nei giorni successivi all’esplorazione ci si ritrova per leggerle ed interpretarle dagli scatti. Ed è in queste occasioni che torniamo a giocare “al gioco dei misteri” ma con una consapevolezza totalmente diversa. Leggiamo storie assurde, d’amore, di amicizia, di figli che scrivono ai propri genitori, di pazienti che scrivono al proprio medico. Si leggono gli argomenti più disparati ma è sempre un gran turbine di emozioni.

 

L’emozione più bella e quella più brutta facendo urbex

Una grande e bella soddisfazione è arrivata dopo aver esplorato uno dei tanti Forti in Liguria. Avevamo fotografato delle scritte originali della 2.ªguerra mondiale di alcuni soldati. In una in particolare c’erano tanti dettagli. Dopo varie ricerche in rete siamo riuscite a trovare la famiglia del soldato che era residente in Abruzzo. La gioia dei parenti per quella bellissima testimonianza e il loro racconto di quel uomo che aveva vissuto la guerra in quel forte è stata una grande emozione. Lui purtroppo non c’è più, ma il suo passaggio nella nostra vita è indelebile.

Con gli anni “forse” abbiamo acquisito meglio questa pratica, prestando più attenzione ai pericoli anche se a volte ci imbattiamo in situazioni un po’ particolari: “il famigerato vicino che ci voleva sparare”, “un pazzo che ci ha minacciato con un bastone e chiuse dentro la casa e per uscire abbiamo dovuto chiamare i carabinieri “, ma lasciamo stare perché in effetti la lista è lunga!! 

 

Foto o video

Appassionate di fotografia con le nostre Canon, un bel giorno, sempre per gioco, ma con il cellulare, abbiamo provato a girare un video. É stata una comica … tanto tanto ridere, cercando di imitare i più famosi Youtuber dell’urbex. Dopo diverse prove e risate, abbiamo deciso di fare sul serio ed aprire un canale. Oggi nel nostro piccolo, abbiamo anche delle soddisfazioni. Il nostro canale YouTube ha circa 2140 iscritti e 158 video di esplorazioni in giro per l’Italia e alcune anche all’estero. 

 

Cosa è per voi l’urbex: cosa vi piace e non vi piace

Ciò che ferisce di più, oltre al deterioramento inesorabile delle strutture, sono i vandali, che davvero mancano del più totale senso civico. Ma questa è un'altra parentesi che provoca solo rabbia e sentimenti negativi, vi auguriamo solo di non incontrarci mentre fate i vostri imbrattamenti. 

Detto e raccontato con piacere quanto sopra, continueremo con le nostre esplorazioni con entusiasmo, gioia, con il massimo rispetto e con prudenza, ce ne vuole tanta.  

 

Che consigli dareste a chi vuole iniziare

A voi che vi approcciate da poco a questo meraviglioso mondo dell’abbandono, vi consigliamo di stare sempre attenti. Tante strutture sono davvero messe malissimo e possono essere vere e proprie trappole.

 

 

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