L'EX AERONAUTICA CAPRONI DI PREDAPPIO

Fu Benito Mussolini in persona a volere questa fabbrica a Predappio, suo paese natale. Lo stabilimento dette un contributo occupazionale notevole a tutta l’area; nel suo momento di maggiore espansione arrivò ad avere fino a 1400 impiegati. Lo stabilimento aeronautico fu affidato all’ingegnere Giovanbattista Caproni ed era un costituito da una serie di corpi di fabbrica disposti lungo una stretta gola racchiusa dai rilievi collinari nel territorio di Predappio Nuova inglobando due costruzioni della Società Anonima Zolfi di Torino che lì estraeva zolfo dal colle. I lavori iniziarono nel 1933 mentre l’attività partì nel 1935. 

Inizialmente, la produzione era destinata a componenti aeronautici per lo più di tela e legno come era negli anni trenta. La tecnologia si stava rapidamente evolvendo verso aeromobili con tubolari di leghe metalliche leggere. Già negli anni trenta si fabbricavano bombardieri trimotori Savoia Marchetti S.M. 81 Pipistrello. Nel 1940 con l’entrata in guerra dell’Italia la fabbrica venne notevolmente ampliata per soddisfare le nuove esigenze di produzione bellica. Con il conflitto mondiale la produzione si espanse notevolmente e furono qui prodotti anche altri modelli di bombardieri. Oltre il già ricordato Savoia-Marchetti S.81 Pipistrello, furono prodotti da questa fabbrica il Caproni Ca.164, i Reggiane Re.2000 e Re.2001, il Savoia-Marchetti S.M.79 Sparviero soprannominato “Gobbo maledetto”. L’attività produttiva era distribuita in questo modo: al piano terra vi erano le attività “pesanti” di meccanica e torneria, il controllo e collaudo materiali; al primo piano attività di saldatura elettrica, lattoneria, sabbiatura; al secondo piano, segheria e verniciatura; al terzo piano, intelaiaggio e falegnameria. Attraverso la rampa laterale vi era la possibilità di scendere direttamente fino al livello stradale.


Oggi, di tutta quella febbrile attività intrisa della retorica propagandistica fascista rimangono solo macerie silenziose. La guerra, il tempo e l’abbandono hanno cancellato le testimonianze di un regime tronfio e miope. La grande scritta sulla facciata “Credere obbedire combattere” non si legge praticamente più.  La M che inneggia a Mussolini ancora presente al centro dello stabile, è ormai scarnificata mostrando i mattoni di costruzione ed è priva dei fasci littori con cui terminavano le stanghe della lettera emme. Curiosamente, fu realizzata non nei caratteri spigolosi e duri di romana memoria come costume, ma con forme arrotondate che la fanno assomigliare a quella di un MacDonald. Forse è la storia che si prende beffa di sé stessa. Dei marmi bianchi di Carrara che ornavano le pareti, non v’è più traccia, come non vi è traccia di tutti i macchinari che venivano impiegati per la lavorazione di legno, tele e metalli che servivano per la costruzione degli aerei, molti capannoni sono crollati o sono gravemente lesionati. La fabbrica adesso è un fantasma agonizzante. Il suo aspetto austero e decadente mette fortemente a disagio. Pur avendo tutto il tempo, siamo rimasti pochissimo dentro questo pezzo di storia; l’atmosfera cupa e polverosa e i sinistri scricchiolii hanno prevalso sul desiderio di vedere bene questo luogo.

In conclusione, anche se la fabbrica è abbandonata, aperta e di facile accesso vi sconsigliamo vivamente di entrarci. Lo stato di grave fatiscenza la fanno essere un edificio pericoloso che potrebbe collassare all’improvviso, senza segni di preavviso, in tutto o in parte. Il luogo reca segni di frequentazione, come bivacchi di balordi o senza tetto. Sarebbe bene che chi ha la responsabilità di quest’area mettesse una solida recinzione a protezione della fabbrica. 

 

L'esplorazione è stata fatta per un tempo davvero breve, nel rispetto dei luoghi e degli eventuali cartelli di divieto presenti. Nessuna intrusione in luoghi protetti da chiusure, barriere, cancelli o in presenza di divieti è stata fatta. Nulla è stato spostato e/o prelevato. 

IL PRESENTE ARTICOLO NON COSTITUISCE IN NESSUN MODO UN INVITO O UN INCORAGGIAMENTO ALL'ESPLORAZIONE. I LUOGHI SONO FATISCENTI E PERICOLOSI. CHI LO FACESSE, SE NE ASSUME OGNI CONSAPEVOLE RISCHIO. AD OGNI BUON CONTO RICORDATE SEMPRE LA REGOLA "LEAVE ONLY FOOTPRINTS AND TAKE ONLY PHOTOS", LASCIATE SOLO IMPRONTE E NON PRENDETE NULLA SE NON IMMAGINI.